2025 Partecipazione al Bando Life Art al Teatro Bossoni di Brescia - Ipotesi di progetto
DI LÁ SI SCORGE UN ALTRO MONDO
Il nostro mondo si raccoglie in luoghi essenziali, tasche, pieghe, vertici, fondi di cratere, porte per un altro
mondo, aperture sulle cose. (da Statue. La porta dell’inferno di Michel Serres)
Sono arrivato sulla soglia del Teatro Borsoni a Brescia in una giornata piovosa, le pareti aggettate di forma a bugnato accoglievano lo scivolare della pioggia sulle superfici a formare una texture ordinata che sembrava appositamente colorata a pennello. Mi è sembrato un luogo di apparizioni, così come quando si incontra un altro mondo che è sorto tra l’oblìo di quei luoghi di cui si fa esperienza di una vita ordinaria, e di cui rimangono ancora macerie di edifici una volta adibiti a produzione di merci.
Qui, nella sua essenziale pulizia spaziale e formale, l’incontro con l’architettura ariosa ma severa del Teatro Borsoni mi è parso miracoloso, contenitore raffinato, pronto ad accogliere abitanti curiosi di ascoltare parole, essere partecipi, appunto di un altro mondo, un antro dove si sprofonda nella moltitudine delle lingue in racconti che ci descrivono di meraviglie della cosa e del suo verbo.
Così come osservatore, mi sono aggirato tutto intorno, attraversando in silenzio il perimetro, cercando di cogliere quale esperienza avrei potuto cogliere di quel luogo.
Ho pensato di innalzare due parallelepipedi che si incontrano formando un angolo come gli angoli bugnati delle pareti del Teatro Borsoni. Forme semplici, geometria, modello della scatola, solidi e concreti visti dall’esterno, che nascondono un interno infiammato, una passione da intraprendenti che volge verso la contemporaneità, così come gli abitanti della città di Brescia.
Da questo primo impatto dato dal pieno, si scorgono delle alte aperture colme di luce. Bisogna entrare, sono spazi da attraversare che accolgono il fruitore in un ambiente saturo di luce e di suono. Magma luminoso e sonoro, potenza energetica, vitalità, vivacità, vigore. Interno. Qui i solidi lasciano il posto ad uno spazio raro, fluttuante, raccolto e pensoso.
Siamo sulla soglia del primo parallelepipedo in cui si entra attraverso un ingresso alto quattro o sei metri e largo novanta, si cammina su un piano inclinato che si solleva fino a cinquanta centimetri, poi si discende la china, nel leggero pendio si attraversa il secondo parallelepipedo, alla fine di questo secondo passaggio ci avviamo verso l’uscita. Lo spazio disposto in due volumi può essere ripercorso a ritroso. L’interno dell’installazione, in tutta la sua interezza, è saturo di colore e suono. Appena si fruisce di questi spazi, dei sensori attivano un flusso sonoro che richiama l’umore dell’acqua che si agita in un corpo cavo. Un udito ben affinato ci riporta ai primordi della nostra esistenza, siamo completamente immersi nel liquido amniotico, fluido, scorrevole, sciolto, fuso, liquefatto.
Le porte aprono e chiudono una soglia ritenuta tale perché in quel luogo, al di qua e al di là il colore che lo riempie è così saturo e il suono così dedifferenziato che le dimensioni spaziali sono perdute.
I tempi di attraversamento dell'opera sono dilatati, allungati; il colore-luce nasconde le forme, il suono introduce ad una percezione immensurale del tempo. Il fruitore che attraversa l’opera è sorpreso da questo senso di temporaneo estraniamento che lo pone fuori dalla “normale” percezione di spazio.
Così la perdita e lo smarrimento hanno senso proprio in questo luogo, dove la rappresentazione non è quella abituale del limite e del finito, ma quella dei rapporti dell'essere e delle relazioni, legami pronti ad accogliere la differenza, il disomogeneo, il pluriverso e a rompere le abitudini percettive ancora legate a quella vecchia idea di stabilità e di eternità dei luoghi.
Il corpo attraversa l’opera che entra nel corpo.
SCHEDA TECNICA
Installazione site specific, mixed media, luci led e sonoro attivati da pannelli ad energia solare
dimensioni 400x400x150 o 700x700x150cm da valutare in base ai costi reali con il team di architetti in fase realizzativa
Progettazione sonora di Angelo Petronella, compositore e sound artist.
Per la costruzione si utilizzeranno mattoni di laterizio vuoti ricoperti di malta cementizia. Per le superfici esterne, che sono pensate completamente bianche, soggette a variazioni di temperatura e a condizioni climatiche che possono essere anche avverse, si sceglieranno i materiali più idonei.
Per i muri interni è previsto l’uso degli stessi materiali dei muri esterni. Le pareti completamente bianche, accoglieranno e rifletteranno la luce colorata blu, di uno dei due parallelepipedi, e rossa per l’altro parallelepipedo.
Per l’impianto luminoso si utilizzeranno pannelli a led che occuperanno l’intera parte superiore dei due parallelepipedi, senza interessare le pareti.
É previsto la presenza di suoni che si attiveranno attraverso sensori al passaggio dei visitatori. Per la diffusione dei suoni sarà utilizzato un impianto sonoro nascosto a parete.
Si faciliterà l’accesso all’impianto luminoso e sonoro nel caso occorrerà intervenire per la manutenzione ordinaria e per eventuali riparazioni.
L’intero piano di calpestio, rivestito di materiale antiscivolo, è inclinato e attraversa i due corpi parallelepipedi. L’inclinazione raggiunge un’altezza di 50 cm all’angolo delle due costruzioni, poi degrada al livello del calpestio, sia da un ingresso che dall’altro,
CONSULENZE ESTERNE
Per la costruzione dell’opera è previsto il supporto della consulenza di O2 s.r.l., Progettazione e Gen. Contractor di Cremona, studio di progettazione di ingegneri ed architetti associati.
La parte luminosa e sonora, sarà seguita da un tecnico specializzato in impianti elettrici.
Non si esclude la possibilità di apportare modifiche volumetriche che possono riguardare solo l’altezza. Sono stati presentati due Render che mostrano proprio le differenti altezze previste, e che saranno in ogni caso valutate attentamente dall’architetto.
Shizzi preparatori, matita, matite colorate e collage su carta
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Render