Lo spazio si presenta diviso nella sua metà orizzontale, dove sono disposti diversi piani. Tanti piani come isole, rare e fortunate, fortuite o necessarie. Lo spazio della Galleria FAC SIMILE è interamente occupato. I piani, dalle forme irregolari, hanno la stessa altezza e sono divisi tra loro da strette vie che permettono al visitatore spostamenti direzionati.

Tutto è sospeso, quello che riusciamo a vedere camminando dentro questo spazio, sono le teste degli altri visitatori che si spostano lungo le vie, il resto dei corpi è occultato dai piani e solo piegandosi si può scorgere il movimento che avviene nello spazio sottostante. 

Le isole riproducono, nella forma, lo schema in pianta della zona dove è situata la Galleria, una porzione di vie e piazze inserite nel riquadro 20 AB 1.2 della pianta della città di Milano.

Il percorso è continuo, organicamente organizzato, permette di far confluire l'esterno della città con l'interno della Galleria e viceversa. La doppia divisione dello spazio crea un alto e un basso, ciò è differenziato visivamente e percettivamente, sia per il colore luce che invade interamente i due spazi (rosso in basso - blu in alto), che per i suoni diversificati (bassi sotto, alti e stridenti sopra). I suoni ambientali, modificati elettronicamente, riproducono registrazioni effettuate in esterno in presa diretta, tra le vie del quartiere. 

I piani così disposti, fungono da sbarramento, lo spazio appare variegato, cromatico, chiasmo sonoro e luminoso, una sorta di limbo, zona di confine da attraversare per sentire il corpo che sale da una sfera terrena ad una celeste.