2024 NOTTE/TOTAL DREAM

DINO FERRUZZI - NOTTE /TOTAL DREAM

Agosto 2024 | Cappella di San Vincenzo, Stigliano MT

In collaborazione con l’Angolo della Memoria - Associazione culturale

Avevo solo quattordici anni quando lasciai la Basilicata per affrontare da adolescente i fatti della vita. Così, ho sempre vissuto la lontananza dalla mia terra come uno sogno. Quando ci ritornavo per le vacanze estive, cercavo sempre di essere tutt’uno con i paesaggi che mi porto ancora negli occhi. Mi incamminavo sempre per le ripide e tortuose strade del paese alla ricerca dei luoghi che avevo dovuto lasciare troppo presto. In una di queste escursioni, mi inerpicavo lungo un sentiero sterrato e polveroso, affiancato da piante di cardi spinosi e finocchietto selvatico, per raggiungere la casetta alle pendici del monte Serra dove aveva vissuto il mio bisnonno Nicola Berardi, poeta contadino.

Sento ancora l’intenso profumo di quelle piante…

Proprio a metà di questo sentiero, il 10 Gennaio del 1946, fu ritrovato il corpo di Nicola riverso su una soffice coltre di neve.

Ho sempre sentito una forte attrazione per quel luogo.

Negli anni anche quel sentiero è sparito, tutto il terreno intorno fu espropriato per far posto ad un nuovo quartiere. Furono abbattuti un’edicola che ospitava la statua di una Madonnina, i grandi alberi di castagno e i peri selvatici, spianati i fruttuosi orti e gli appezzamenti di terreno coltivati a grano, sotterrati i pozzi colmi di acque sorgive riempiti di terra dalle ruspe.

Da quella altura si godeva un vasto paesaggio boschivo, con gli occhi si potevano scrutare le cime della catena montuosa del massiccio del Pollino. Ora, sulla destra di quel paesaggio, di notte, si vedono chiaramente le luci e le fiamme dei pozzi petroliferi. Una città apparsa quasi in silenzio e anche paradossalmente affascinante, un paesaggio che si materializza come nel film Blade Runner in mezzo alle più belle montagne boschive della Basilicata.

Luoghi diversamente devastati… monte Serra di Stigliano e Tempa Rossa, uno dei siti degli impianti per l’estrazione petrolifera.

Ho sempre pensato che le terre degli antichi popoli lucani, fossero dei luoghi sacri abitati dagli spiriti benigni che riempivano le storie che mio nonno mi raccontava da bambino.

Non ho nostalgia, non so cosa mi stia prendendo, mi lascio sorprendere dallo stimolo sinestetico, forse devo rimettere a posto tutto questo insieme, rendere visibile il mio palpitare.

TOTAL DREAM è la totalizzazione di un sogno, un sogno di altra natura, quella dell’oro nero, che negli anni ha finito per catturare e ammaliare le genti della Basilicata. Sulla porta d’ingresso della cappella di San Vincenzo è posta la fotografia di una maschera di pietra (ubicata da sempre su un muro di una casa del quartiere più antico del paese), immagine antropomorfa messa a dimora per tenere lontani gli spiriti maligni.

L’accesso nella chiesa è consentito solo a poche persone per volta. Nel buio dello spazio interno si partecipa al rito collettivo del sogno totalizzante. Il rito è un dispositivo di confine, evidenzia un limite, una soglia che offre la possibilità di contribuire alla costruzione di un orizzonte partecipativo per accedere ad un’altra dimensione. Estensione che deve essere riformulata in termini di una significativa narrazione di riferimento che spieghi, accompagni, e dia un senso all’evento, a quell’universo simbolico in cui la realtà viene reintegrata per acquisire la coscienza della perdita.

Ho recuperato un vecchio libro di poesie scritte intorno agli anni ’40 dal mio bisnonno Nicola Berardi contadino e poeta, ho scelto Notte che ho stampato su un foglio lungo e stretto. La poesia indica il passaggio da una ricerca orientata verso l’osservazione di fenomeni esterni ad una di stampo introspettivo. Nascita e morte, luce e buio, micro e macrocosmo, interno ed esterno, visibile e invisibile.

Dove le tenebre ingoiano ogni cosa e il paesaggio si fa scurissimo, tra una strofa e un’altra ho inserito CONCHIGLIA 3POZZI/ TOTAL/DREAM, un corto circuito linguistico che si insinua nel passaggio tra veglia e sonno, per materializzarsi in un incubo, come la pece nera estratta dalle grandi compagnie petrolifere dalle viscere della terra.

Un video occupa il piccolo spazio di un confessionale. Un’anziana signora lucana intona una litania popolare, canto magico-ipnotico che allude al volo libero degli uccelli.

Un altro video racconta, in un magma visivo-sonoro, la geografia di un territorio ferito delle gigantesche trivelle utilizzate per l’estrazione del petrolio. Vanno in profondità, occupano le terre dei lucani, tutto trema e avverto questa ferita da lontano.

TOTAL DREAM è la scritta, posta dove un tempo c’era l’altare, che pone fine agli “incontri”, ciò è reso visibile da un’insegna che emana una luce azzurra, il sogno è rivelato e abbaglia in tutto il suo divino “economico” splendore.

Quella della ricerca dell’oro nero è una lunga storia di colonizzazione e di disastrosi danni ambientali che da oltre trentanni anni interessano il territorio lucano.

Fautori di questo sogno, sono le grandi compagnie petrolifere: TOTAL, SHELL (Conchiglia) e MITSUI Italia (3Pozzi). Com’è poetica la traduzione in italiano.

Ecco il nuovo Eldorado che avrebbe dovuto portare duratura ricchezza e benessere per la gente lucana.

Ecco come rimanere abbagliati dalla vita nuova. Penso che si sia svenduto e ceduto un ecosistema straordinario e bellissimo.

È mia intenzione creare un’interferenza tra i due sogni: la notte-morte nerissima vissuta del mio bisnonno, e il sogno totale dei nuovi “colonialisti”.

Sono sicuro che il mio bisnonno Nicola avrebbe risposto in modo deciso a un tale affronto, lui contadino che sentiva l’odore e i rumori della terra. Mi piace immaginare, che attraverso questo suo amore e la sua decisa inclinazione verso la letteratura, avrebbe potuto inserire tra i versi della sua Notte: CONCHIGLIA 3POZZI

TOTAL DREAM come atto di dolore per questa espropriazione, una cura immaginifica, in cui la volgarità di queste ferite inflitte alla terra, un giorno, possano essere sostituite dalla consapevolezza di abbandonare questo sogno e riappropriarsi dei luoghi appartenuti agli avi per re-immaginare l’inattuale insieme.

Nicola Berardi nacque a Stigliano (Matera) nel 1881. Fu il secondo di dodici figli di Giosuè, contadino che possedeva sulle pendici del monte Serra una estensione di terreno sufficiente per avvezzare i propri figli al lavoro dei campi.

Nicola dovette cedere all’autorità paterna, da contadino lui autodidatta, amava scrivere ed era un fine conoscitore dei classici della letteratura italiana. Non era fuor dall’ordinario, nel periodo che va dal 1928 al 1946, anno della sua morte, vederlo aggirarsi per le strade del paese, in preda ai fumi del vino, traballando e reggendosi con difficoltà sulle gambe, e recitare versi di sua composizione o di grandi autori della letteratura nazionale.

Oggi pochi lo ricordano a Stigliano, o se lo ricordano, è per deriderne il vizio e le abitudini, o per commiserarne la morte che lo colse nel gelo di una fredda sera d’inverno, il 10 Gennaio 1946, mentre forse ubriaco cercava di raggiungere a stento la sua casetta sulla falda del monte Serra, arrancando su una stradina ciottolosa e aspra.

(Dalla prefazione di uno studioso locale, Benito Urago, che ha raccolto manoscritti e testimonianze e stampato, ormai circa venti anni fa, un piccolo libro che raccoglie gli scritti che ci sono rimasti di Nicola Berardi contadino e poeta).

La cappella di San Vincenzo è di origini settecentesche, ubicata ai confini del centro storico di Stigliano (Matera), è stata sempre usata come luogo di culto fino alla metà degli anni ‘70, quando fu chiusa e lasciata all’abbandono, per decretarne dopo un ventennio il suo abbattimento. A seguito di vari appelli, scongiurato l’abbattimento, l’associazione l’Angolo della Memoria partì con una raccolta fondi per rimettere in sesto il fabbricato settecentesco. Grazie al contributo in denaro di tanti abitanti del paese e alla pubblicazione di un libro, il cui ricavato della vendita fu donato interamente all’associazione, si potè procedere al recupero totale dell’edificio, per restituire nel 2016 la cappella alla comunità. Attualmente la chiesetta è adibita a spazio culturale.













NOTTE/TOTAL DREAM - SCHEDA TECNICA E NOTE

Installazione visivo-sonora, dimensioni variabili


Materiali e oggetti di scena, dati tecnici: 

Stampa fotografica su forex, 50x35 cm, riproduzione di Maschera antropomorfa con testa fiorita, tenda di raso viola, confessionale, tablet, video, schermo 300x250 xm, diffusore audio 300watt, scritta TOTAL DREAM, targa di plexiglas con base in forex, illuminata con luci a led blu, 20x60x4 cm


Requisiti ambientali:

luogo totalmente oscurabile


Video di Dino Ferruzzi | Produzione indipendente 1999 e 2015

Tracce sonore: 

per il video ECLIPSE/TOTAL DREAM, 2015, Track IV di Angelo Petronella; 

per il video Giuseppina vestita di nuovo, 1999, traccia sonora A’Bauc, testimonianza vocale di Maria Fanuele e Domenica Volpe di Accettura (Matera).

Registrazione inedita per gentile concessione di Giuseppe Filardi per Tribù Italiche. Basilicata, una serie discografica diretta da Pietro Carli, 2004